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Summer Camp – Il canto delle sterili
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IL CANTO DELLE STERILI
Atti 2:1-4
Lo Spirito Santo vuole visitarci per aggiungere ciò che ci manca per vivere ciò che vediamo qui, solo allora la nostra gratitudine sarà irrefrenabile. Noi possiamo essere canali che adorano irrefrenabilmente solo per lo Spirito.
Se guardiamo all’atteggiamento degli apostoli, erano seduti con una sola mente: le fortezze sono nella nostra mente, dobbiamo permettere al Signore di lavorare nella nostra mente altrimenti sarà difficile che succeda qualcosa. Le lingue di fuoco erano su ognuno: lo Spirito santo non lascia indietro nessuno, non pensiamo di non poter mai raggiungere un determinato livello spirituale. Il parlare in altre lingue non genera confusione, le lingue edificano noi stessi, ma l’apostolo Paolo stesso dice che quando è nell’assemblea ringrazia con l’intelligenza, con parole comprensibili, perché quando lo Spirito decide di visitare la chiesa diventiamo benedizione l’uno per l’altro.
Scrivere canti non è solo un esercizio emotivo, ma anche un esercizio mentale, mette insieme mente e cuore.
Nella Parola ritroviamo canti di sterili che hanno cantato al Signore dopo che la loro preghiera è stata esaudita, dopo che lo Spirito di Dio è venuto per sbloccare un blocco mentale legato al pensare che lo Spirito non poteva fare quello che aveva promesso loro.
Esodo 15:1-18
In questo canto, il “canto della salvezza”, il popolo non ringrazia per una sensazione, ma per un fatto. Il nostro Dio è un Dio di fatti, non di sensazioni. Il nemico provava ad infondere paura, ma sapevano che il Signore li avrebbe in qualche modo portati dall’altra parte. In queste parole c’è tutta la gratitudine di un popolo, la riconquista di un prospettiva. La sterilità mentale è una mancanza di prospettiva, essere piantati nell’aridità e non vedere oltre. A volte qualcosa ci tiene schiavi, sterili spiritualmente, sogniamo la libertà ma il nemico ci fa sentire senza prospettiva, sempre legati ad un problema, un vizio, un ricordo: lo Spirito Santo viene anche per guarire i ricordi. Se non riusciamo a ringraziare è perché ci sono dei blocchi mentali, dolori che il vento dello Spirito deve spazzare via, solo così saremo irrefrenabilmente grati al nostro liberatore.
Tra i sinonimi di sterilità troviamo: non fertile, non fecondo, vuoto, arido, vano, inefficace, senza possibilità di gioire di una prosperità, uno spirito sterile non produce i risultati sperati
La sterilità può essere fisica, mentale (apatia: oggi tutto ciò che è intrattenimento mira a distrarci per togliere l’attenzione dalla parola di Dio, ci sentiamo apatici alla presenza di Dio), morale (ad esempio un vizio), di relazione (come la mancanza di perdono). Quando ci sono certe cose nella nostra testa lasciamo morti dietro di noi. Non sono i brividi al culto della domenica che cambiano la nostra vita, abbiamo bisogno che lo Spirito Santo fecondi la nostra mente ed entri in profondità.
La sterilità nella società di quel tempo era una sentenza, tutta la società la chiamava “la sterile”. Significava essere inutile, non assolvere la propria funzione primaria e tutto ciò lasciava tristezza. Se non permettiamo allo Spirito di fecondare la nostra mente vivremo sempre in amarezza.
Tre canti delle sterili:
Sara: da un sorriso di scherno ad un sorriso di gratitudine.
Genesi 17:4-5, 15-17
Genesi 18:11-15
Al riso incredulo di Abramo si aggiunge quello di Sara. Abramo incontra il Signore sotto le quercie di Mamre, termine che sta per “vigore”, in Ebron, che sta per “comunione”. Anche se i nostri ragionamenti dicono che siamo sterili, il nostro vigore viene dalla comunione con Dio.
Il sorriso di Sara, segno del blocco, non nasce nel cuore, era mentale. La sterilità nasce nella mente, il Signore può fare ogni cosa ma non trova terreno fertile. A volte il nemico mette delle bugie nella nostra mente che diventano le nostre verità, solo lo Spirito può smantellarle.
Era una realtà oggettiva che non potesse partorire, ma il Signore va oltre le nostre verità, oltre lo svigorimento. La fede è sostanza di cose che non si vedono, che non sono razionali.
Genesi 18:14
Non ti rassegnare, vai oltre il verme della rassegnazione che il nemico mette nella tua mente. Sara prova a giustificarsi, ma noi siamo un libro aperto davanti a Lui. La fede non trova posto perché i nostri umani ragionamenti hanno già dato delle sentenze. Chi siamo noi per dare delle sentenze se la nostra vita appartiene al Signore? Il Signore vuole dare vigore alla nostra fede.
Il nome Isacco proviene dalla parola ridere.
Genesi 21:6
In questo passo il termine ridere intende ridere di gratitudine. Questo verso è cantato, Sara qui non è più la sterile, ma, come significa il suo nome, la principessa che canta.
Anna: un canto amaro reso dolce.
1° Samuele 1:4-8
Il confronto con gli altri, dare troppo peso alle parole di alcuni e non alla parola di Dio può renderci sterili. Quali sono le parole che hanno valore per noi? Il confronto con gli altri ci porta a vivere di frustrazioni e questo porta amarezza, come nella vita di Anna. Nel cuore di Anna l’amarezza aveva preso il posto della gratitudine, questo porta distruzione nella nostra vita, ci allontana dalle persone che ci vogliono bene e che possono aiutarci di più. Elcana amava Anna ma la vedeva triste e comincia a porsi delle domande nel matrimonio.
Non permettiamo al nemico di rendere sterile quello che Dio ha fecondato, la chiesa, il matrimonio, le amicizie sane.
1 Samuele 1:17-20,22,26-28
Anna aveva compreso realmente la gioia e la gratitudine al Signore, perché qualcosa che aveva così tanto desiderato e poi ricevuto, lo dona a Lui. C’è più gioia nel dare che nel ricevere. Anna aveva imparato a non cantare più di amarezza, ma di gioia.
Elisabetta: un canto imperfetto reso perfetto.
Leggiamo la storia nel capitolo 1 di Luca.
Zaccaria vuol dire “Dio si ricorda”.
Pr 28.20
Il Signore premia la fedeltà. Zaccaria era un sacerdote, sicuramente aveva letto e predicato sulle storie di sterili rese fertili, ma aveva la mente annebbiata. Non si ricordava delle promesse, viveva una sterilità preconcetta nella mente anche se conosceva la parola di Dio. Il Signore però si ricorda di noi e delle Sue promesse per noi.
Elisabetta significa Dio è perfezione.
Il Signore può completare, perfezionare la nostra vita.
1° Pietro 5:10
È lo Spirito Santo che perfeziona, rende stabili.
Efesini 4:13
2^ cor 10:3-5
Ev. Paolo Codispoti