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Summer Camp – Camminare per fede
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IL CAMMINO DI COLORO CHE CAMMINANO PER FEDE
Efesini 2:17-22
1° Pietro 2:1-11
Molte volte noi sorvoliamo sulle verità bibliche senza comprenderne il senso, il popolo di Dio soffre per la mancanza di conoscenza. Nella Bibbia ci sono circa 8000 promesse, per tutti coloro che credono.
Prima della fondazione del mondo eravamo nella mente del Signore, e da quando Cristo ci ha salvati noi siamo in Cristo, questo significa che tutto quello che Cristo ha compiuto diventa nostro. Non è per i nostri meriti, ma è per Gesù, l’unica via.
Non siamo più nel giardino dell’Eden, ma in una cava. Il Signore, il perfetto architetto, ha tirato fuori dal Golgota la prima Pietra, e dalla cava al Padre Lui è la via, la verità e la vita.
In Cristo siamo stati glorificati, santificati, giustificati. In Efesini leggiamo che noi non siamo più forestieri, ma concittadini dei santi membri della famiglia di Dio.
Ma nella sua prima lettera Pietro ci esorta come forestieri, pellegrini in terra.
Dobbiamo comprendere la salvezza da due punti di vista: celeste, dove in Cristo tutto è compiuto, ci vede santificati, e terreno, dove viviamo nelle nostre imperfezioni.
La giustificazione ci libera dalla pena del peccato.
La santificazione ci libera dal potere del peccato.
La glorificazione ci libera dalla presenza del peccato.
Noi abbiamo bisogno di entrare nel regno dei cieli, pur essendo sulla terra, attraverso il ravvedimento, la fede, il battesimo e ricevendo lo Spirito Santo. Il vero ravvedimento è riconoscere di aver trasgredito i comandamenti di Dio, nessuno di noi può presentare le proprie mani come se fossero giuste, il Padre ha occhi solo per le mani del Figlio.
Lui sta edificando un tempio dove abiterà, noi siamo la materia prima per la costruzione. Le pietre che compongono questo tempio sono viventi, come vivente è la pietra angolare.
Per entrare nel regno di Dio abbiamo bisogno di:
Ravvedimento nei nostri pensieri
Confessione nelle nostre parole
Cambiamento nelle nostre azioni
Il vero ravvedimento è accompagnato da una vera fede salvifica, ci deve essere un cambiamento radicale nella nostra vita. Abbiamo ridotto la fede ad una semplice professione di fede. Noi non siamo salvati per il ravvedimento, ma per la fede.
Cinque pilastri della fede che vanno di pari passo: è storica (basata su fatti realmente accaduti), personale (dobbiamo avere un rapporto personale con Gesù, attuale, non solo basato su fatti storici, fidarci di Lui oggi), verbale, pratica (la fede senza le opere è morta), continua (è un cammino di fede che ci porta a Lui).
Un conto è essere in Cristo, ciò ha a che fare con ciò che Cristo ha fatto sulla croce, ma anche Cristo deve vivere in noi. Dio ci ha salvati per compiere le opere buone che Lui ha preparato per noi, serve la grazia per entrare nella via e ci serve anche per camminare nelle Sue vie.
Cristo ha preso il nostro posto nella morte, ma deve anche prendere il nostro posto nella vita.
Nella cava dove ci troviamo ci sono dei cartelli segnaletici che rendono la vita vivibile. Siamo vivi, perché siamo concittadini dei santi, ma non per questo siamo privi di ordine. Siamo anche pellegrini e questo ci rende discepoli. La santificazione ha a che fare con la libertà dal potere del peccato, e per fare questo abbiamo bisogno della stessa grazia che ci ha salvati all’inizio del nostro cammino. Se siamo vivi siamo liberi di dire al peccato: no! perché lo Spirito Santo abita in noi.
Nella cava troviamo un territorio ostile, Gesù stesso chiede al Padre di preservarci dal maligno. Possiamo incontrare dei pericoli, ma diventano rischi quando noi ci assumiamo le responsabilità delle nostre azioni in relazione ad essi; la probabilità è la valutazione dei rischi in proporzione al danno e il danno è la possibile conseguenza della presenza di un pericolo e l’assunzione di un rischio. Anche se il rischio è basso, come può succedere a noi in un contesto cristiano, se si verifica anche una sola volta, il danno è grande. Non facciamo posto al nemico, dobbiamo guardare ai segnali di divieto, pericolo e protezione, il sangue di Gesù, dobbiamo custodire il nostro cuore più di ogni altra cosa, allontanare ciò che ci inquina. Ogni volta che proviamo a uscire da un vizio con le nostre forze non riusciamo, perché abbiamo bisogno della grazia. Il giusto cade ma si rialza perché è vivo, questo è frutto della grazia che opera in noi.
Matteo 6:19-21
Il Signore dà dei principi, ma ci chiede di usare buon senso. Un tesoro è qualsiasi soggetto e oggetto che assume un particolare valore per noi. Il cuore è il centro dell’uomo, ciò che desideriamo guida i nostri passi, ma il Signore ci chiede di non essere guidati dal cuore, ma dalla mente.
Matteo 6:22-24
Desiderare i tesori sbagliati ottenebra la nostra mente, e questo ci porta ad adorare mammona, ci fa fare i passi sbagliati.
Avere la mente lucida mi porta a desiderare Dio.
Questo non vale solo per chi ama le cose terrene, ma anche chi sta in ansia per queste cose.
Matteo 6:25-34
Gesù ci invita a osservare, considerare, ci pone delle domande: ci invita a ragionare, avere una mente lucida.
Stando nella via c’è il rischio di desiderare le cose del mondo o essere preoccupati per esse.
Dobbiamo considerare che il nostro Padre è al di sopra di ogni cosa, per questo non dobbiamo essere in ansietà.
Past. Altin Bardhi