L’opera in Albania
è iniziata grazie ad un pastore tedesco in pensione, Emmanuel Enke che nei mesi caldi andava per i villaggi di montagna e distribuiva acqua con un autobotte che lui stesso aveva comprato, e usava questo sistema per evangelizzare. Fece questo per diversi anni, poi quando scoprì che stava diventando anziano chiese ad Elia Landi, allora presidente della Chiesa Apostolica in Italia, se ci fosse una coppia che potesse andare. Intanto durante il Convegno di pasqua del 1996 Sandro Sardella ebbe la conferma verso questa missione (già molti anni prima il Signore gli aveva parlato) e dopo un viaggio insieme alla moglie nel 1997 decisero nel 1998 di trasferirsi con l’intera famiglia. Sono rimasti fino al 2010, quando sono rientrati in Italia, a Bari, e continuano a visitare e supportare ministerialmente l’Albania da lì.
Elia Landi
- Referente
- e.landi@chiesapostolica.it
L’insediamento
C’è da dire prima di tutto che Sandro e Luciana non hanno messo piede in un luogo pacifico, tutt’altro. Nel 1991 era crollato il comunismo e ci fu questa democratizzazione balorda che non funzionava. L’allora Capo del Governo aveva incoraggiato gli albanesi a mettere i propri risparmi nelle banche (di sua proprietà), rubando i soldi al popolo e scatenando una rivoluzione. Gli albanesi cercarono di distruggere così tutto quello che aveva a che fare con il governo, postazioni militari, binari, piloni della luce dai quali ricavavano il ferro. La stessa città di Pogradec, dove risiedevano Sandro e Lucia, una delle città migliori dell’Albania a quel tempo, divenne un territorio di guerriglia. Sandro e Luciana raccontano che spesso dovevano camminare in ginocchio dentro casa per via delle pallottole, o proteggere le finestre con i materassi, per non parlare delle difficoltà nel trovare da mangiare. Insomma un bel Benvenuto per la coppia!
Durante la rivoluzione iniziò una pioggia di fondi “occidentali” attraverso le chiese. Tutti volevano avere una chiesa nel famoso stato ateo per dare un segno della propria autorità religiosa. La chiesa apostolica si è trovata in mezzo a questa situazione, ma l’opera come dicevo era già iniziata nel 1992 grazie al pastor Enke. Sandro e Luciana appena arrivati hanno trovato una piccola realtà nel villaggio di Stropcka, dove due ragazze poi trasferite in Grecia, tenevano una scuola domenicale. Inoltre continuava sempre la distribuzione dell’acqua e dell’evangelizzazione nei paesi.
Durante la dittatura, intorno agli anni ‘70, in Albania vennero costruiti con soldi pubblici una miriade di bunker, tanti quanti erano le famiglie albanesi, questi avevano lo scopo di proteggersi dal nemico occidentale. Sandro subito dopo aver conosciuto la realtà del Stropska e visitato le due sorelle che tenevano la scuola domenicale, sentì due spinte da parte dello Spirito Santo: la prima riguardava l’apertura di una sala di culto, la seconda che il locale sarebbe nato al posto di un bunker della zona. Proprio sei mesi, 1 anno dopo, una delle persone convertite a Stropska, Ardi Shkullaku, tutt’ora pastore della comunità, disse a Sandro che lui voleva donare la sua parte di una di terra di famiglia, per la chiesa, proprio dove era costruito il famoso bunker! Ora in quel campo sorge un centro bellissimo, all’avanguardia, costata pochissimo, ma con dei standard migliori dei nostri.
Purtroppo non sono mancati problemi per la costruzione, dalla corruzione nelle istituzione e minacce da parte della malavita, ma è stato fatto tutto secondo le regole e senza aver fatto nulla di illegale. Adesso l’opera in Albania è costituita come fondazione indipendente sotto l’ombrello dell’Alleanza Evangelica Albanese. Fino ad oggi erano accettate solo la religione cattolica, ortodossa e l’islam, oggi le chiese evangeliche sono riconosciute legalmente come quarta religione. Quindi un bel risultato!
Dalla prima scuola domenicale Sandro e Luciana hanno visto crescere tanti gruppi di bambini, non tanto gli adulti che poi sono partiti per la Grecia, Italia e altri paesi europei in cerca di una posizione migliore. Quei bambini, ragazzi di 13, 14 anni, sono diventati oggi il nucleo di adulti attivo della chiesa che portano avanti l’opera. L’opera si è sviluppata fino a raggiungere cinque villaggi e una chiesa nella città di Pogradec. Oggi la chiesa a Pogradec è composta da più di un centinaio di membri, si sono aperte comunità in Tirana, a Prrenjas e ovviamente Stropcka, la comunità dove è il nostro centro, raggiungendo un totale di 300 fedeli e tanti altri di bambini sparsi nelle diverse comunità. A Stropcka è in funzione un centro di riabilitazione di fisioterapia con personale qualificato; un centro per bambini e un’opera anche con le donne.
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